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Paolo Ferrarelli nasce a Roma il 28. maggio 1950 . Sin dall'età di 5 anni si mostra interessato a "giocare" con un vecchio pianoforte Feurich di famiglia, inventando piccole composizioni e, contemporaneamente , "sbirciando" cosa accadeva all'interno dello strumento. All'età di appena 6 anni tornato a casa dopo aver visto un film sulla vita del compositore J. Strauss, improvvisa al pianoforte uno dei valzer ascoltati. Questo incoraggia la famiglia ad avviarlo allo studio della Musica, ma solo più tardi , parallelamente agli studi scolastici, inizia il serio studio pianistico. Sotto la guida della Prof.ssa Maria Pia Censi Gorini, allieva di Carlo Zecchi, F. Bajardi e A. Casella, si diploma al Conservatorio Statale di Musica A. Casella dell'Aquila. intraprende la carriera musicale unitamente alla frequentazione di molti corsi di perfezionamento sotto la guida di grandi nomi del concertismo come Bruno Canino. esegue concerti a Roma e in Italia come solista, accompagnatore e in formazione da camera, riscotendo consensi di pubblico e di critica. E' invitato all'Istituto Pontificio di Musica Sacra, dove esegue concerti dedicati esclusivamente al repertorio classico e romantico. Durante questo periodo, fino agli anni 80' , unitamente all'insegnamento pianistico ,si interessa all'acustica, allo spettacolo come allestimento e organizzazione e, per ciò che riguarda il suono pianistico, alla produzione di studi particolari sull'acustica e la tecnologia del pianoforte. Dopo aver approfondito gli studi presso l'Università di Parigi e dopo aver frequentato i corsi di accordatura e messa a punto del pianoforte di Daniel Magne , è chiamato a realizzare 13 dischi storici sui grandi interpreti del passato in collaborazione con il Direttore del Museo degli strumenti musicali di Roma Antonio Latanza. In questo progetto partecipa come direttore artistico e consulente musicale in particolare per il disco che riguarda l'unica incisione completa esistente al mondo dei preludi di Chopin eseguita da Ferruccio Busoni. Il disco vince il "Gran Prix du disque". Frequenta L'Istituto Superiore di Musicologia di Fermo, conseguendo un diploma universitario in musicologia e didattica dello spettacolo (in seno all'Università di Macerata). Si dedica alla pubblicistica sotto la guida e l'insegnamento di Michelangelo Zurletti; alla direzione d'orchestra sotto la guida di Kasimir Morsky; alla tecnica del canto sotto la guida di Stefano Ginevra, direttore del Centro studi vocali di Cremona; alla psicologia generale e applicata all'insegnamento della musica e dello spettacolo sotto la guida di E. Vaccaroni, allo studio dei mass- media del 900' sotto la guida di Sergio Miceli, collaboratore e studioso di E. Morricone. Frequenta la Randy Potter School Piano Technology, in America, conseguendo il diploma di Accordatore e Tecnico Superiore con il massimo dei voti e gli "alti onori". L'esame finale è convalidato e firmato dai più grandi tecnici accordatori a livello mondiale come Jim Coleman e Joe Garrett. Offre consulenza ai pianisti riguardo alla preparazione di molti pianoforti sul territorio italiano, con particolare attenzione alle grandi marche come Steinway, Bechstein, Bosendorfer, Ibach, Yamaha, sui quali ha approfondito maggiormente lo studio delle specifiche di progetto. Negli anni 80, in particolare, è invitato nella fabbrica Steinway di Amburgo dall'allora Direttore all'importazione Stèfan Vertesc e conosce personalmente il Direttore della fabbrica Max Mathias, autore di libri sulle specifiche di manutenzione. La sua attuale dedizione consiste , rispettando rigorosamente le specifiche dettate dai manuali di manutenzione delle rispettive Case Costruttrici, nel rivolgere la massima attenzione alla preparazione complessiva di un pianoforte (accordatura, regolazione, intonazione dei martelli) in correlazione con lo sviluppo della tecnica pianistica. Una particolare attenzione è rivolta, oltre che alla minuziosa accordatura, alla regolazione della meccanica e all'intonazione dei martelli , all'ambiente d'ascolto al quale è destinato lo strumento, al fine di creare e conservare una propria soddisfacente "immagine del suono pianistico".