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Concerto 23 Ottobre 2011 Benvenuto sul sito di Paolo Ferrarelli.
Questo sito nasce per mettere in contatto persone interessate a tutto cio' che ruota intorno al pianoforte e generare interesse alla qualità del suono pianistico. Il suono, la tecnica e l'interpretazione di una esecuzione, la preparazione dello strumento, l'ambiente di ascolto, l'atteggiamento psico-acustico dell'artista, vanno a creare una "immagine" sonora che può essere costruita, conservata, riconosciuta.

Accanto ad un mondo in gran parte digitale e visivo, abbiamo bisogno di ritrovare il gusto e la sincerità della realtà acustica. Gustarla, governarla, capirla fino in fondo, per rendere sempre più intellegibili e inequivocabili le nostre scelte musicali. Suonare il pianoforte significa, sì, assimilare e affinare le abilità tecniche che ci permettono di dominarlo; compenetrare i significati del testo e saperne interpretare i messaggi più nascosti, ma realizzare tutto ciò, oltre che attraverso una severa applicazione dei principi di insegnamento pianistico, anche attraverso la comprensione di come il nostro strumento reagisce alla trasmissione del nostro "pensiero musicale". Uno strumento complesso, un corpo sonoro molto lontano da noi, ci invita a conoscerlo. Dobbiamo pensare di affidarci al pianoforte e non di sfidarlo. La lontananza con il corpo vibrante ( corde, tavola armonica, ecc..) e la complicata interposizione di una meccanica complessa ci rende ancora più difficile, rispetto ad altri musicisti, di instaurare una facile comunicazione con il suono, peraltro di così difficile cantabilità. Esplorare lo strumento e conoscerlo nelle sue parti più nascoste, ci permetterà, insieme ad un paziente studio tecnico e ad una buona crescita musicale, di raggiungere traguardi soddisfacenti. Ma soprattutto ci sarà molto utile, quasi indispensabile, conoscere quali interventi possano modificare la qualità sonora di un pianoforte e delle sue prestazioni di funzionamento. Quante volte abbiamo parlato del"suono" di un tal pianista o delle sue scelte interpretative? Quanto ci è caro riconoscere il "tocco" di alcuni Grandi o di notare qualche sapiente soluzione adottata dagli stessi per risolvere un difficile passaggio tecnico? Ci siamo, a volte, trovati noi stessi alle prese per far "collimare", con difficoltà, alcune nostre idee interpretative con la risoluzione di" problemi pianistici" originati da difficili condizioni dell'ambiente, da una non soddisfacente regolazione o accordatura dello strumento, da un inadeguato ambiente di ascolto. Vorremmo raggiungere, appunto, una nostra "immagine ottimale di ascolto", che intendiamo ritrovare e riconoscere. Concorrono a formare tale immagine alcuni fondamentali elementi, tra i quali:

- la qualità dello strumento, i suoi limiti fisico- acustici e il livello di preparazione ( accordatura, regolazione, intonazione dei martelli..ecc.)
- le capacità e la preparazione artistica del pianista e il saper instaurare un approccio ottimale con lo strumento, tenendo conto delle sue personali condizioni psico-fisiche e psico-acustiche.
- Le condizioni acustiche dell'ambiente di ascolto ( tempo di riverberazione del suono, uniformità o meno della pressione sonora ecc..)

Sarebbe quindi obiettivo interessante e ambizioso conoscere e mettere in correlazione lo studio della tecnica pianistica e interpretativa con la conoscenza tecnologica dello strumento.
Regolazione meccanica di trasmissione
Saper attribuire le cause di un mal funzionamento e/o di una cattiva messa a punto (accordatura, regolazione della meccanica, intonazione); conoscere e sapere , attraverso i principi fondamentali dell'acustica, come promuovere od escludere ambienti destinati all'ascolto del "nostro suono" Un grande numero di variabili contribuiscono a modificare e a "confezionare" il nostro modo di produrre il suono pianistico. La qualità del suono prodotto, l'intellegibilità del fraseggio musicale, la opportuna scelta dei gesti fondamentali di base che costituiscono la tecnica di esecuzione ( staccati, legati, rotazioni ecc..) entrano in stretta correlazione con queste variabili e possono essere "smarriti"o difficilmente "rintracciabili" prima di una esecuzione, quando, ormai, tutto è pronto e stabilito. Questo è, a volte, causato da una nostra temporanea mal disposizione psico- fisica, ma anche, a volte, dalla presenza di uno strumento dal suono troppo "aspro" (forse mal accordato e /o mal intonato) oppure dal trovarsi in un" luogo della musica" troppo riverberante ( forse privo di riflettori acustici e/o di elementi che limitano il tempo di riverberazione, come tende e tappeti) ecc..

E' stata ed è costante attenzione da parte di Paolo Ferrarelli di comprendere e far comprendere tutto questo, nell'intenzione di focalizzare numerose incognite, sia riguardo al percorso di apprendimento della tecnica pianistica, sia riguardo alla conoscenza tecnologica del pianoforte e della sua indispensabile messa a punto. Sviluppare, dibattere e risolvere, insieme, problemi professionali che ci aiutano a tradurre l'approccio allo strumento in un piacevole viaggio.